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Viaggio a Mumbai

Kate Morton, scrive “Un luogo è molto più della somma delle sue parti fisiche; è un deposito di ricordi, un archivio di tutto ciò che è successo entro i suoi confini”. Quando si è in viaggio si cerca di assimilare il più possibile e di costruire ricordi stabili, per questo molto spesso, in aggiunta alla fotografia, ci affidiamo anche alla scrittura.
Da oggi inizierò una serie di racconti tratti dal diario di viaggio di Alessandro, un giovane viaggiatore, che ha messo a nostra disposizione la sua magnifica avventura.

Viaggio a Mumbai

Sabato 24 Agosto 2013

Il mio viaggio questa volta ha come meta Mumbai, metropoli situata in India. Inizio di primo mattino la preparazione per questo viaggio, includendo come sempre soltanto lo stretto necessario, ossia uno zaino contenente l’essenziale ed una borsa contenente il mio portatile. Partendo alle 11.45, e dopo aver fatto scalo ad Instanbul, giungo infine a destinazione esattamente alle 4:55, in viaggio ho avuto l’opportunità di scambiare alcune parole con una coppia di giovani indiani, i quali si sono raccomandati di non uscire di notte, mentre di giorno è opportuno non dare nell’occhio con eventuali catenine d’oro o altro.

Domenica 25 Agosto 2013

Appena giunto in albergo salgo nella stanza e decido di riposare programmando la sveglia per le 12:30.

Mumbai 1

Arco di Trionfo

La mia giornata comincia recandomi prima sul lungomare e poi raggiungendo l’arco di trionfo eretto dagli inglesi, in questo luogo vi sono una miriade di venditori di cianfrusaglie, di cibo e tanti poveri mendicanti. Bisogna rizzare le antenne ed evitare di elemosinare la gente, altrimenti ti trovi circondato da un vero e proprio esercito, Un signore però, lo lascio accostare, mi imprime sulla fronte un segno rosso, quello tipico della religione induista, mi lega un braccialetto al polso della mano destra, mi fa mangiare nove zuccherini e poi recita una benedizione per me. Accetto il tutto ben volentieri e gli faccio una piccola offerta prima di congedarmi, anche perchè arrivano venditori di cartoline ed addirittura di droghe leggere, che caccio meticolosamente.
Proseguo il mio tragitto, in un traffico perennemente infestato dai clacson e da una miriade di mezzi di ogni genere, dai taxi alle carrozze per turisti e finendo con i carretti tirati a braccia, dirigendomi verso il “Prince of Wales Museum”, una costruzione veramente impressionante in perfetto stile indiano, dove mi appresto a fare il biglietto. Dopo una passeggiata nei grandi giardini contornati di verde, mi introduco al suo interno ed inizio la visita, che mi porta ad ammirare di tutto. Si passa dalle antichissime sculture induiste scolpite nella roccia, ai manufatti di avorio, per poi raggiungere la sezione dedicata alla preistoria, alla parte dedicata al Tibet, al Giappone, al periodo dei Pascià, tutto coronato da oggetti di qualsiasi tipo, porcellana, vasellame, bracciali, sciabole, divise militari, una collezione assolutamente straordinaria divisa in tre piani.

Mumbai

Carretto

C’è pure la parte faunistica in cui sono imbalsamati animali indiani tipici, dal rinoceronte alla tigre, passando anche per i daini, le capre tibetane, i falchi ed infine pure serpenti, tartarughe gigantesche, insomma veramente di tutto. Sono le 16 e decido di ritornare in hotel, per oggi il mio giro termina. Ritornando alla mia destinazione sono letteralmente assalito da tanti elemosinanti, ce n’è addirittura uno che mi tocca il lobo dell’orecchio e finge di aver introdotto una specie di spilla con cui ha estratto un vermiciattolo che mi esibisce. Lo mando letteralmente a quel paese davanti ad un militare che sorride e capisce il mio disappunto. Sono le 20 locali quando, decido di mettermi a letto, per riposare al meglio.

Lunedì 26 Agosto 2013:

Mi alzo ben prima della sveglia che avevo programmato alle nove, oggi è il mio compleanno e voglio uscire sin dalle prime ore per non perdere tempo. Dopo essermi preparato, per le otto del mattina sono già giù e mi appresto a fare colazione,

Mumbai

Carrozza

A questo punto, chiedo alla reception se possono aiutarmi con un tassista a mia disposizione. Attendo un poco ed eccolo che arriva, perchè girare a piedi sarebbe deleterio ed i taxi costano pochissimo, meglio approfittarne quindi. Ci dirigiamo così subito verso la casa museo di Gandhi, dentro vi sono tante sue foto, documenti originali nelle teche e nei riquadri.
Uscito soddisfatto dalla casa, peraltro la visita è gratuita, proseguiamo nel traffico di Mumbai verso la moschea famosa chiamata Haji Ali.

Le strade sono intasate, dall’abitacolo ogni tanto scruto qualche vacca che qui è protetta, il mio tassista devo dire che si districa bene in mezzo a questa bolgia infernale. Raggiunto un posto dove parcheggiare, il mio autista mi invita ad andare verso questo luogo sacro agli islamici, così mi unisco alla fila di pellegrini che si dirigono verso questa moschea, raggiungibile solo con la bassa marea, in quanto eretta in una piccola isola nel mare. Appena giunto, dopo aver percorso una strada racchiusa fra una marea di bancarelle e di mendicanti, che addirittura arrivano a toccarti con insistenza chiedendo soldi, tolgo le mie scarpe in segno di rispetto, metto un’offerta nell’apposito cestino ed entro dentro.

Mumbai

Haji Ali

Vi sono i resti di un potente e ricco mercante musulmano, Peer Haji Ali Shah Bukhar, la cui tomba è ricoperta perennemente di corone fatte da fiori con vari colori. Non posso fotografare nulla comunque, è proibito, per il resto la moschea stessa è abbastanza piccola e nella parte interna a malapena possono raccogliersi in preghiera poche decine di persone per volta. Finita la visita raggiungo il mio autista e stavolta dobbiamo raggiungere la stazione centrale, ma prima ancora si ferma in un ponte per mostrarmi dall’alto i lavatoi pubblici di Mumbai, nelle cui vasche decine di persone lavano indumenti e lenzuola addirittura per gli ospedali, con mio stupore, considerando che dall’alto quell’acqua non è affatto pulita e che la gente non mi sembra sia un esempio massimo di pulizia ed igiene, ma tant’è che è così, come mi dice ridendo l’autista.

Mumbai

Lavatoi

Eccoci finalmente alla stazione centrale dei treni di Mumbai, che è veramente un vero gioiellino di architettura, costruito con uno stile neo gotico e vittoriano con influssi veneziani ed è considerata, a ragione, patrimonio dell’umanità da qualche anno ormai. Il suo nome originario era Victoria Terminus, in onore della Regina inglese Vittoria,

ma ora si chiama Chhatrapati Shivaji, in onore ad un sovrano indiano. Nella galleria che passa sotto la strada e che porta all’interno, acquisto intanto qualche souvenir caratteristico e poi, dopo aver dato uno sguardo all’esterno del complesso e scattato qualche foto, torno dal mio tassista, e gli dico che mangerò al Mc Donald che si trova vicino. Con nemmeno tre euro ottengo due hamburgher, due porzioni di patatine e due bicchieri da mezzo litro di Coca-cola, mica male insomma.
Fra una cosa e l’altra ormai sono le tredici, chiedo di essere accompagnato ad un tempio induista, così accade e posso visitarne uno molto piccolo, perchè comunque quello maggiore è troppo lontano. Bisogna considerare che a Mumbai ci si muove in un traffico tutto sommato fluido nonostante la mole immensa di auto e che comunque sia la città è veramente vasta, copre un’area di 437 km quadri popolata da quasi quattordici milioni di anime, una densità fra le più alte al mondo, non è facile quindi raggiungere alcune mete. Ma mi accontento di un semplice tempio trovato subito, uno dei tanti che sono diffusi nelle vie della città. Viene data dell’acqua alla statua raffigurante la divinità principale, nelle sembianze di un benevolo elefante, ossia Ganesha, attraverso un piccolo mestolo, poi con mani giunte innalzano preghiere ed alla fine il mio autista mi invita ad andare via, essendo comunque la cosa giustamente molto riservata e non adatta ai miscredenti come me.

Mumbai

Stazione Chhatrapati Shivaji

Si sono fatte le 15 ormai, il giro è completato perchè non vi sono altre attrattive da visitare, per il momento congedo il mio accompagnatore e gli do in totale 1300 rupie, che corrispondono ad appena dodici euro, non male per un giro così lungo e per la sua disponibilità e cortesia nell’attendere ogni mia visita. Alle 19:05 scendo in sala per mangiare, decido, fra i tanti tipi di pollo che cucinano, di prenderlo marinato, da bere ordino una bottiglia di birra indiana da 65 cl, chiamata fisher beer, che mi viene servita subito con una ciotola di noccioline salate, una volta terminato, pago la cena odierna e le due colazioni che avevo fatto in precedenza, il totale è di neppure sette euro totali, una miseria insomma. Salito in camera, anche se sono appena le otto di sera, devo andare a dormire, perchè dovrò quindi svegliarmi molto presto. Non resta quindi che finire di sistemare i bagagli per domattina, così fin da subito sarò pronto per ripartire. La giornata è stata intensa ed interessante, mi ritengo soddisfatto per le mete che ho visitato e non resta altro che andare a letto ben felice, preparandomi per il viaggio verso Aurangabad di domattina.
Alessandro P.

……. alla prossima settimana, alla scoperta di Aurangabad