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Aurangabad, seconda tappa del Viaggio a Mumbai

Continua il viaggio di Alessandro a Mumbai (qui potete leggere la prima parte), la tappa di oggi è

Aurangabad

Martedì 27 Agosto 2013

Sono le 2:47 quando mi chiamano al telefono della stanza,. Devo soltanto lavarmi e poi prendere tutto, le borse erano state preparate dalla notte prima, così dopo neppure dieci minuti lascio la stanza e scendo giù, chiedo la colazione, a base di latte e corn flakes, che arriva qualche minuto dopo. Il tempo quindi di attendere il mio taxi e mangio subito tutto, poi puntuale come un orologio svizzero ecco arrivare il tassista poi mi dirigo in auto ed andiamo verso l’aeroporto.

aurangabad
Il volo Mumbai- Aurangabad  decollerà alle 6:15, io sono già arrivato in netto anticipo, quindi non devo fare altro che attendere, alle 6:15 in punto decolliamo e dopo un volo di un’ora, arriviamo a destinazione, ossia all’aeroporto di Aurangabad, dove mi attende l’autista ed un altro signore che mi spiega cosa fare e quale sarà oggi il mio itinerario e stipuliamo gli accordi per la partenza di domani.
Dopo averlo salutato ci incamminiamo così in auto verso la prima località, ossia il sito di Ajanta.

Cammin facendo noto innanzitutto che siamo circondati dal verde, aria fresca in abbondanza nonostante l’altitudine non sia eccessiva, mi trovo nel bel mezzo di un paesaggio molto bello e singolare, paragonandolo a Mumbai non ci sono proprio paragoni, qui sembra di percorrere l’Eden. Con l’autista faccio subito amicizia, anche lui è di religione induista, dopo un primo tragitto di mezzora arriviamo in una specie di locanda in cui consumo un thè caldo al limone ed offro a lui del latte caldo.. Lo ringrazio e con noi poi si unisce Farouk, che mi farà da guida gentilmente e gratuitamente a quanto pare, ma nessuno fa niente per niente. Riprendiamo così il nostro viaggio, mi spiegano che vi sono coltivazioni di barbabietola da zucchero, cotone, pannocchie, thè, poi mi indicano ogni tanto una fabbrica di latte, vari templi indù, percorriamo intanto piccoli villaggi in cui si possono trovare animali di ogni genere, dalle vacche sacre alle capre, passando per galline, cani, pecore, bufali ed ogni tanto maialetti. Nessuno di loro si scosta dalla strada, il trambusto è incredibile, è un continuo deviare persone a piedi, auto, macchine, apercar e chi più ne ha più ne metta. Arrivati ad Ajanta, dopo due ore di auto percorrendo circa 100 km, sono di fronte a qualcosa di spettacolare! In una ripida parete rocciosa di una gola a forma di ferro di cavallo con sul fondo il fiume Waghora, si trovano ben trenta grotte ricavate con degli scavi a mano dalla popolazione locale fra il secondo ed il sesto secolo avanti Cristo.Ajanta
Ora è il momento di vedere questo straordinario posto e sono con una guida eccellente, Farouk. Mi dice che è di religione musulmana, il nome non poteva ingannare, vive in un villaggio vicino al sito, qui è nato, in famiglia sono ben dieci figli, lui non ha studiato affatto e si è inventato questo lavoro, imparando piano piano l’inglese che parla egregiamente e poi qualche parola di spagnolo e giapponese, ci accostiamo dove il fiume si getta a cascata nella gola, per ammirare questo spettacolo perpetuo, poi man mano scendiamo i gradini  per poi raggiungere tutte le grotte. All’interno vi troviamo delle sculture rappresentanti Buddha ed altre divinità induiste, oppure dipinti a mano nella roccia con varissimi colori, dei veri e propri affreschi.

Al termine del nostro giro, si riparte,  dobbiamo andare al Bibi-Ka Maqbara, un mausoleo chiamato anche il Taj Mahal del Deccan, situato al centro di Aurangabad sono esattamente le 13 e non vedo l’ora di proseguire il viaggio. Ci fermiamo alla locanda in cui eravamo andati prima e come in precedenza mi prendo un altro thè per me e del latte per l’autista e poi vengo avvisato che Farouk non mi aveva fatto pagare il biglietto per entrare ad Ajanta, così lascio loro il dovuto e ricominciamo il viaggio diretti alla prossima meta prefissata.
Impossibile contare il numero di villaggi che attraversiamo, io poi ogni tanto schiaccio un pisolino perchè effettivamente sono in piedi da stamattina e poi l’aria fresca che entra in macchina sollecita il riposo. Ma la curiosità è tanta, devo per forza guardare tutto, osservo tre ed anche quattro persone in una sola motocicletta, percorriamo strade serrate, a tratti asfaltate, a tratti no, negozi di ogni genere, si intravedono anche barbieri, insomma sembra di essere tornati nei secoli passati nella vecchia Europa, qui il tempo si è veramente fermato e la civilizzazione sembra non farla da padrone. Mi colpiscono gli alberi nei cigli della strada i cui tronchi dipinti con i colori della bandiera indiana, si trovano persone di ogni religione con i caratteristici abiti. Stiamo percorrendo davvero tanta strada, ormai non so più quante persone ho visto, i villaggi sono uno dopo all’altro, mi sto addirittura abituando a questo tipo di traffico, sembra paradossale, ma così è.

 Bibi-Ka Maqbara

Bibi-Ka Maqbara

Ed eccoci finalmente al mausoleo che si trova all’interno di Aurangabad, sono esattamente le 15:30 ed il mio autista mi lascia scendere per fare le foto opportune mentre mi attende fuori. E’ praticamente identico al Taj Mahal, solo che è più piccolo, vi sono molti fedeli musulmani ed io mi appresto a fare molte fotografie, sperando che la batteria della digitale non mi lasci proprio adesso. Raggiungo anche la cupola dove sotto vi è la tomba di un famoso personaggio musulmano, la quale è ricoperta di fiori, banconote e la cripta si trova ad una decina di metri di profondità rispetto alla mia posizione. Finito questo giro non resta che rientrare nel caotico traffico di questa città indiana che conta ottocentomila anime, la bolgia infernale è resa ancor più dura da percorrere per via del caldo, ma alla fine, dopo meno di mezzora, eccoci nell’hotel che mi soggiornerà, esattamente alle 16:30. Appena sistemato mi faccio una bella doccia, ne ho veramente bisogno, poi scarico tutte le foto scattate nel mio notebook che metto a caricare, insieme al cellulare ed alla digitale stessa, così le batterie non avranno problemi. Mi faccio anche una piccola pennichella, poi alle otto decido di scendere giù per cenare, anche perchè sinceramente ho una gran fame. Il ristorante è molto carino, tutto curato nei particolari ed elegante, ordino del pollo ben cotto con contorno di riso, patatine fritte, piselli, carote e sedano. Anche il contorno lo desidero cotto a puntino, sempre per il solito discorso del rischio dissenteria, poi da bere mi faccio portare dell’acqua imbottigliata.Prima di ritirarmi in camera vado a farmi fare una foto in reception, me lo avevano chiesto prima non appena sarei sceso di nuovo per l’ora di cena; sicuramente lo fanno per motivazioni legate a misure anti terrorismo, non si spiegherebbe altrimenti. Sono quasi le nove ormai, non mi resta che salire in camera, impostare la sveglia per le otto e mezza di domattina e mettermi a leggere qualcosa prima di cadere fra le braccia di Morfeo, oggi è stata una giornata molto impegnativa e per domattina devo riavere grandi energie, mi aspettano le Grotte di Ellora, sempre nel distretto di Aurangabad, così visito l’ultimo sito e poi inizierò il mio viaggio di ritorno, lasciando questa terra così bella quanto piena di contrasti.

Alessandro P.